30 giugno 2024  - la valle Bavona e la valle Lavizzara sono state colpite gravemente dalla forza e dalla libertà della natura





Dovrai chiedere alla polvere se stare o andare, quando la gabbia si aprirà e la vista presenterà il conto finale. Anche ieri sul sentiero offeso che costeggia il fiume, timidi fiori e rovi indomiti già tornavano a svolgersi, mentre a te si sgarbellavano le gambe e le braccia. Le tracce sulla sabbia indurita non erano i segni di una prossima civiltà, e il dipinto affranto ti parlava solo della vita precedente. Inquieta il percuotere del maglio. È ancora notte.

Bagliori e ombre. Istoriate rocce sono apparse, cangianti di ere dove ancora si avvertono voci mediterranee o polari. Ma dall'orto non raccogli niente e nel bosco inghiaiato gli artigli dei fragili ontani vorrebbero ghermire il cielo crollato.
Se fosse tempo di andare, nessun rimorso, ma se imperasse il dovere di restare, non saranno solo argini fermi o strade schiuse: sarà agognare le oscure vie nei cuori degli altri. Ci vorrà pazienza per tracciarle, se lo vuoi, ma si potrà.
Non saranno il fato o la vanità a guidare, ma la ragione.
Tocca ancora a te.

Giorgio Gianni Genetelli Chiaberto